martedì 10 dicembre 2013

sogni e incubi

Sono incinta. Di nuovo.
Tutti siamo contenti, così pare. Io almeno sono serena.
“A me piace Giada” dice.
“No, stavolta decido io. Tu hai deciso Carlotta. Ora decido io: la nostra terza figlia si chiamerà Matilde.”
Sono ormai all'ottavo mese. La data presunta è l'11 aprile.
Il controllo è previsto in un grande stanzone.
Entro insieme ad altre 3 ragazze con il pancione e mi sento bene, mi sento avvantaggiata: so già come funziona. In fondo è il terzo figlio.
Aspetto pazientemente che il dottore visiti le altre due, stese su altrettanti lettini un po' più in là nello stesso stanzone. Il dottore si muove con un codazzo di infermiere e studenti, tutti in camice bianco.
Poi arriva da me. Io dico “sono all'ottavo mese. Aspetto Matilde”
Lui mi visita. Con uno strumento strano, fatto come un lungo cucchiaio, sale su e su, fino a toccare la bimba. E mi guarda. Scuote la testa. “Il feto è morto signora.”

Mi sveglio.

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